Nerd: una moda o uno “status sociale”?

nerddi Giulia Galletta – Il termine “nerd” è un termine inglese la cui traduzione in italiano è: “colui che è considerato uno sfigato e un secchione“. Tale parola, perciò, come è facile immaginare, ha condizionato la storia di molti ragazzi all’interno delle scuole inglesi, ragazzi che additati in questo modo erano senz’altro vittima di bullismo. In Italia per additare i cosiddetti secchioni/sfigati i termini purtroppo non mancano, ma l’ingresso nello slang giovanile italiano e non solo italiano di “nerd” ha stravolto le vecchie usanze. Il termine ha assunto, ovunque esso venga usato, un’accezione positiva. Ha acquisito, infatti, una variante “cool”.
Non è raro vedere tale termine stampato sulle magliette dei teenagers più sfrontati e non meno raro è l’accostamento di suddetto vocabolo a vari personaggi dello spettacolo. L’apice dello stravolgimento di “nerd” forse si è avuto con l’attribuzione del termine alla ragazza più alla moda e meno nerd del mondo, cioè Barbie.
Questo ribaltamento del significato di “nerd” è tale da aver riportato in auge uno stile, ormai modaiolo, che dapprima era considerato “out” dalle più esperte nel campo della moda. Gli occhiali dalla montatura nera e spessa, le calze di spugna al ginocchio, le camicie a quadrettoni e i pantaloni sopra la caviglia, sono divenuti dei «must i have» di ogni fashion victim.
Tutto ciò crea così una vera e propria spaccatura tra chi è “nerd” e chi si definisce tale, tra chi lo è per scelta e chi lo è per definizione sociale a causa di un modello imposto da una società che fa fatica ad accettare le diversità. Essere o non essere nerd, quindi?