Gianni Versace: la sua storia a venti anni dalla scomparsa

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Vent’anni senza Gianni Versace. Il 16 Luglio 1997 è la data della sua scomparsa. Ripercorriamo gli anni d’oro dello stilista che trasformò la moda in una sorta di vetrina

Gianni Versace, nato a Reggio Calabria nel 1946, da padre commerciante e madre sarta, cominciò sin da piccolo ad appassionarsi al mestiere. Decise di lasciare l’università per aiutare la madre e, tra spilli e rocchetti di filo, acquisì buon guasto e manualità. All’inizio degli anni Settanta si trasferì a Milano dove, inizialmente , gli insegnamenti di sua madre apparvero inutili in una città dove tutto si evolveva velocemente e il Made in Italy era ancora tutto da inventare ma che ben presto gli fecero capire quanto sia importante per uno stilista essere prima di tutto un buon sarto.

« Reggio è il regno dove è cominciata la favola della mia vita: la sartoria di mia madre, la boutique d’Alta Moda. Il luogo dove, da piccolo, cominciai ad apprezzare l’Iliade, l’Odissea, l’Eneide, dove ho cominciato a respirare l’arte della Magna Grecia. »

Cominciò a lavorare per aziende come Genny , Callaghan, Alma . Le cose si evolsero e le sue collezioni cominciavano a farsi notare. Fu raggiunto dal fratello Santo e fondarono il marchio Gianni Versace che debuttò con la sua prima sfilata a Milano al Palazzo del Permanente nel 1978. Presentò nell’82 la prima collezione femminile aggiudicandosi il premio l’Occhio d’Oro come “ miglior stilista 1982/83 collezione A/I donna”.

Nelle sue collezioni simbologie etrusche si fondevano all’antica Grecia e al Barocco italiano fino al punk, alla Street –art , alla pelle e a tutti quegli elementi che negli anni Ottanta facevano apposta per il suo gusto: oro, meduse, spille, sadomaso. Egli stesso affermò al riguardo: “ Il mio estro non è studiato, ma proviene dall’istinto; io continuo comunque a guardare in avanti. Il passato è solo una scusa per fare degli esperimenti. Per me il classico è il contemporaneo“.
«Quando nasci in un posto come la Calabria, e tutto intorno c’è la bellezza, delle terme romane, dei monumenti greci, non puoi fare a meno di essere influenzato dalla classicità».

L’effige della Medusa venne scelta perché da bambino giocava in un luogo dove c’era un antico mosaico con il volto di Persefone. “Quando le persone guarderanno Versace”, dichiarò , “dovranno sentirsi atterrite, pietrificate, proprio come quando si guarda negli occhi la Medusa”.  Il decennio a cavallo tra gli anni ’80 e ’90 segnò il periodo d’oro di Versace. Rivoluzionario, volgare per altri, in un periodo dove internet non era ancora il centro del mondo, oltre che esperto di marketing aveva un grande intuito e capì che intorno alla moda poteva ruotare un intero mondo. Amava l’arte e si circondò di diversi artisti. Lavorò con i più grandi fotografi come Avedon e Meisel , diventò molto amico di Woody Allen, la principessa Diana e Mike Tyson. Le sue indossatrici divennero delle vere e proprie star sulle passerelle e anche fuori: si devono a lui l’invenzione delle top model e l’utilizzo dei testimonial. Tra le sue muse Naomi Campbell, Cindy Crawford, Linda Evangelista e Christy Turlington , Kate Moss tra le più recenti. Mentre il Made in Italy diventava sempre più sinonimo di alta qualità , debuttò con Versus nel 1995, la sua linea giovane. Tra le sue invenzioni la maglia metallica e il celebre vestito nero indossato da Elizabeth Hurley realizzato in seta e lycra , con spille da balia oro posizionate in punti strategici. Dopo il suo assassinio nella villa a Miami dove conviveva da quindici anni con il suo compagno, l’azienda è stata guidata dal Fratello Santo e dalla sorella Donatella e ereditata dalla nipote Allegra. Il genio che rivoluzionò la moda con una femminilità contemporanea, liberandola dal conformismo lascia un ricordo indelebile della sua fantasia e creatività.

“La mia moda è liberatoria. Non impongo nulla. Porgo delle scelte. Sotto il mio impermeabile lucido, c’e’ un abito di taglio classico. e’ un contrasto, no? Bene. Io vivo in un palazzo del ‘600 e vado a New York con il Concorde in tre ore. Cioè vivo i contrasti. Così e’ la nostra vita attuale ed io la riporto nella mia moda, perché io sono una sintesi perfetta della mia epoca.”

Gianni Versace