Il made in Italy è quinto al mondo

o.182469Il made in Italy è al quinto posto tra i brand nazionali globali, dopo made in Usa, made in France, made in Germany e made in Japan. Una classifica che la dice lunga sulla nostra incapacità di ‘fare insieme’ se pensate che gli Stati Uniti sono il brand più apprezzato per moda e cura della persona e la Francia vince ancora su alimentare e vino; settori in cui l’Italia non dovrebbe essere seconda a nessuno.
Serve impegno e dedizione per superare le staccionate e il Consorzio di tutela della Valpolicella va in questa direzione e continua ad impegnarsi non solo nella doverosa tutela della denominazione più rappresentativa della Valpolicella ma anche in un percorso di valorizzazione per fare emergere, attraverso l’Amarone, le potenzialità che ancora si possono e si devono esprimere“. Così il presidente del Consorzio di tutela della Valpolicella Christian Marchesini nel corso dell’Anteprima Amarone 2011 a Verona.
Le potenzialità del nostro paese passano dal turismo, dall’enoturismo, dai progetti ambientali, dalla ricerca, dalla qualità delle aziende e dall’internazionalizzazione che il Consorzio promuove sui mercati focus, consolidati ed emergenti.
Il Consorzio, con 7435 ettari, rappresenta un vigneto che, secondo i valori per ettaro stimati da Assoenologi, vale complessivamente circa 4 miliardi di euro, una cifra che non ha eguali tra le altre denominazioni italiane di vino rosso. La redditività che offre l’uva dei nostri vigneti – ha proseguito Marchesini – ne è la rappresentazione lampante con prezzi delle uve in continua ascesa. Le quantità dell’uva per Amarone e Recioto prodotta nel 2014 ovviamente sono diminuite a 228 mila quintali per mantenere la qualità imprescindibile del nostro prodotto“.