The Micam: la fiera delle calzature a Milano fino al 18 febbraio

micam-1The Micam collezioni autunno-inverno 2016, la prima rassegna al mondo dedicata alle calzature si è aperta nei padiglioni di Fiera Milano a Rho, su una superficie di 67 mila metri quadrati, 1.516 espositori di cui 629 stranieri. La rassegna resterà aperta fino al 18 febbraio. “Il settore della calzature ha vissuto anni molto difficili ma sta uscendo bene – ha detto inaugurando la rassegna il vice ministro dello Sviluppo Economico, Carlo Calenda – va bene in particolare la parte dell’export nonostante le tensioni sul mercato russo. Anzi – ha aggiunto – speriamo che la tregua regga perche’ e’ molto importante per noi, sia dal punto di vista politico sia da quello economico“. Calenda ha ricordato che con il piano fiere il governo ha stanziato per il made in Italy 261 milioni di euro, “che è il più grande mai fatto nella storia di questo paese. In quest’ambito – ha sottolineato – le manifestazioni fieristiche importanti, una trentina, hanno un sostegno straordinario: abbiamo preso le prime trenta fiere, quelle che sono tra le prime cinque al mondo nel loro settore. Su the Micam investiamo quest’anno circa 2,5 milioni di euro per le manifestazioni in Italia e per quelle internazionali“. “Finalmente il governo prende le fiere come uno strumento di politica industriale, con un grande investimento sul made in Italy e sulle manifestazioni fieristiche – ha detto l’ad di Fiera Milano, Enrico Pezzali nel suo intervento – questi stanziamenti daranno un impulso straordinario come mai in passato“. “Ora c’è positività e il 2015 sarà senz’altro un anno positivo se si sblocca la situazione in Russia come sembra si stia sbloccando“, ha detto Sagripanti. “E’ il primo giorno di Micam e vediamo già tanti russi a comperare calzature. Quindi, insieme al mercato interno, che dopo sette anni di discesa dovrebbe recuperare nel 2015 dovremo tornare sopra alla soglia dei 200 milioni di paia per quanto riguarda la produzione in Italia“. E nei padiglioni della fiera di Milano ci sono pure gli ucraini. “Anche se a livello dei paesi ex Urss pesano solo il 10% – fa notare Sagripanti – ma e’ comunque un gran bel segnale“.