Un secolo di moda a Palazzo Pitti: 40 abiti raccontano il Novecento

Il Museo della Moda di Firenze inaugura un nuovo allestimento che celebra la storia del costume del XX secolo, tra capolavori sartoriali e dialoghi con la grande pittura

A Palazzo Pitti, Firenze, la moda diventa arte e racconto. Il Museo della Moda e del Costume inaugura un nuovo, straordinario allestimento che attraversa un secolo di stile: dagli anni ruggenti del Charleston fino agli scintillanti anni Ottanta di Enrico Coveri. In esposizione 40 abiti iconici, molti dei quali mai visti prima, in dialogo con opere di maestri della pittura del Novecento come Galileo Chini, Felice Casorati e Alberto Burri.

La mostra, allestita a un anno esatto dalla completa riapertura della Galleria, rappresenta il primo capitolo di un rinnovamento annuale delle collezioni: una collezione che conta 15.000 capi e accessori dal Settecento ai giorni nostri, che ora svela i tesori nascosti nei depositi, restaurati con cura per essere ammirati dal pubblico.

Il percorso espositivo inizia con la Moda Charleston, dove sete pregiate e motivi decorativi ispirati a Cina, Giappone e India testimoniano l’orientalismo e lo spirito emancipato delle flapper, giovani donne che negli anni Venti sfidavano le convenzioni. La sala prende vita grazie al Trittico di Galileo Chini, che trasforma l’ambiente in un set teatrale evocativo della prima di Turandot alla Scala del 1926.

Seguono due sale dedicate alla moda tra le due guerre, dove l’eleganza Déco e le avanguardie dialogano con il razionalismo e il glamour cinematografico degli anni Trenta. Qui, capi di Elsa Schiaparelli e Madeleine Vionnet trovano un raffinato contrappunto nel dipinto Lo straniero di Felice Casorati.

Il viaggio prosegue nel dopoguerra con un rarissimo abito del giovane Yves Saint Laurent, appena nominato direttore creativo di Dior nel 1957, e tre capi appartenuti alla divina Ingrid Bergman, tra cui un raffinato Gattinoni. Gli anni Sessanta e Settanta conquistano la scena con minigonne, grafismi e lo spirito dello Space Age, rappresentato da André Courrèges, Pierre Cardin e André Laug, con le loro linee futuristiche e minimaliste.

Un intero spazio è poi riservato a Roberto Capucci, celebre per la sua visione scultorea dell’abito che sfida le regole della moda prêt-à-porter emergente. Gran finale con Enrico Coveri, che negli anni Ottanta portò colore e paillettes sulle passerelle internazionali, creando uno stile scintillante, ironico e anticonformista.

“Questa selezione racconta la moda del Novecento come linguaggio visivo e culturale, in costante dialogo con le arti”, commenta Simone Verde, direttore delle Gallerie degli Uffizi. “Dalle flapper agli anni Ottanta, la moda riflette l’evoluzione del femminile e dialoga con la pittura e le arti decorative.”