Il prodotto più consumato dagli italiani diventa bene di lusso: aumento vertiginoso dei prezzi nel 2026

Aumento vertiginoso per il prodotto più consumato dagli italiani, divenuto ormai alla stregua di un bene di lusso.

Il mercato della carne in Italia sta attraversando un momento di profonda trasformazione, con un impatto significativo sui consumatori e sull’intera filiera produttiva.

Il 2026 si prospetta come un anno in cui il prodotto più consumato dagli italiani si trasformerà in un vero e proprio bene di lusso, a causa di un aumento vertiginoso dei prezzi, spinto da molteplici fattori che coinvolgono sia l’offerta sia la domanda.

L’aumento dei costi: che succede al mercato della carne

Secondo le ultime analisi pubblicate a ottobre 2025 dall’Ismea (Istituto di servizi per il mercato agricolo alimentare), la filiera della carne in Italia manifesta segnali evidenti di difficoltà. Da un lato, si registra un incremento marcato dei costi di produzione, dovuto in gran parte all’aumento del prezzo dei mangimi e dell’energia; dall’altro, si osserva una contrazione della domanda interna, particolarmente accentuata nel comparto delle carni bovine, che sono tradizionalmente più costose.

Nel dettaglio, il settore suinicolo italiano ha visto una lieve diminuzione della produzione (-0,5% nel primo semestre 2025), influenzata da persistenti problematiche sanitarie e da un rincaro significativo delle materie prime fondamentali come mais (+14%) e orzo (+26%). Il prezzo dei suini da macello si è mantenuto stabile a circa 1,90 euro al chilo peso vivo, mentre i tagli destinati al consumo fresco hanno subito una diminuzione del 9,2%, a testimonianza della debolezza della domanda nazionale e della pressione dei prodotti importati a prezzi inferiori.

Per quanto riguarda la carne bovina, invece, la tendenza è opposta: i prezzi all’origine sono aumentati in modo rilevante, con i vitelloni da macello che hanno registrato un +20% e i ristalli addirittura un +26% rispetto al 2024. Anche i prezzi al dettaglio sono cresciuti mediamente dell’8%, nonostante una flessione dello 0,4% nei volumi acquistati.

L’andamento italiano riflette in parte la situazione più ampia dell’Unione Europea. Nei primi sei mesi del 2025, la produzione di carne bovina nell’UE è diminuita del 3,2% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, con Paesi chiave come Germania e Paesi Bassi che hanno registrato cali rispettivamente del 7,9% e del 13%. A determinare questa contrazione sono stati problemi sanitari, riduzione dei capi allevati e l’impennata dei costi energetici e dei mangimi.

Carne supermercato

Aumento vertiginoso dei prezzi: tanti italiani devono rinunciare alla carne – Mitindo.it

Questa riduzione dell’offerta ha fatto impennare i prezzi medi europei delle carni bovine, saliti del 30% su base annua a luglio 2025. Nel settore suinicolo, invece, si è osservata una lieve ripresa della produzione (+1,6%) spinta da Paesi come Spagna (+5,1%) e Polonia (+4,5%), e un aumento delle esportazioni UE (+1,6%), trainate dalla crescita della domanda cinese (+3,9%).

La combinazione di prezzi più alti e riduzione dell’offerta sta modificando in modo significativo le abitudini alimentari degli italiani. Il consumo di carne bovina, che costituisce circa il 29% degli acquisti domestici di carne, è diminuito dello 0,4% nel primo semestre 2025. Ciò riflette non solo la crescita dei prezzi, ma anche una maggiore attenzione da parte dei consumatori al potere d’acquisto.

Al contrario, le carni suine fresche hanno goduto di un incremento del 3,7% in volume, favorita dalla loro maggiore accessibilità rispetto a manzo e pollo. Anche i salumi hanno registrato una crescita complessiva del 3,1%, con un aumento generalizzato che spazia dai prosciutti cotti e crudi alle salsicce e alla mortadella. Tuttavia, è importante sottolineare che questo aumento riguarda principalmente i prodotti di fascia media e bassa, mentre i salumi Dop e di alta gamma hanno visto un incremento più contenuto, segno che per le famiglie italiane il vincolo economico rimane un fattore determinante nelle scelte alimentari.

In sintesi, l’aumento dei costi e l’inflazione che interessano la filiera delle carni stanno facendo sì che la carne, tradizionalmente un alimento base della dieta italiana, si stia trasformando in un prodotto sempre più elitario e costoso, con conseguenze rilevanti per produttori, distributori e consumatori.