La stagione influenzale 2025-2026 è partita con un anticipo significativo e sta già mostrando segnali di particolare intensità, alimentati dalla diffusione della nuova variante del virus influenzale A/H3N2, nota come subclade K. Questo ceppo, ormai predominante in molte nazioni, preoccupa gli esperti per la sua capacità di aggirare la protezione immunitaria acquisita in precedenza, anche da chi ha già avuto l’influenza in passato. In Italia, i casi confermati di contagio da inizio autunno hanno superato quota 2 milioni, con un’incidenza particolarmente elevata tra i più piccoli.
La nuova variante A/H3N2 subclade K e le sue implicazioni
Il professore Ivan Gentile, direttore del Dipartimento di Medicina Clinica e Chirurgia dell’Università Federico II di Napoli, sottolinea che la pericolosità di questa variante non risiede in una maggiore aggressività intrinseca, ma nella sua abilità di eludere l’immunità pregressa della popolazione. La subclade K ha infatti accumulato numerose mutazioni rispetto al ceppo incluso nel vaccino influenzale della stagione, riducendo l’efficacia della protezione vaccinale e naturale.
“In particolare, il virus A/H3N2 ha circolato meno negli ultimi anni, il che significa che la maggior parte della popolazione ha una memoria immunitaria meno robusta nei suoi confronti”, spiega Gentile. Questo fattore potrebbe portare a un picco di casi anticipato rispetto alla consueta curva stagionale e con un numero di infezioni più elevato, come già osservato in alcune aree del mondo.
L’infezione da virus A/H3N2, e in particolare dalla variante K, tende a manifestarsi con sintomi più intensi rispetto ad altri ceppi influenzali come l’H1N1. Tra i sintomi più frequenti si riscontrano febbre alta, dolori muscolari diffusi, affaticamento marcato, mal di gola, brividi e congestione nasale. Nei bambini sono segnalati anche episodi di vomito e diarrea, che rendono più delicata la gestione clinica.

Nuova influenza in arrivo – Mitindo.it
È cruciale prestare attenzione alle possibili complicazioni derivanti da questa infezione, tra cui otiti, sinusiti, bronchiti e polmoniti. Le categorie più vulnerabili sono gli anziani sopra i 65 anni, i bambini sotto i 5 anni, le donne in gravidanza e chi soffre di patologie croniche come diabete, malattie cardiache o respiratorie.
La SIP ha denunciato che la stagione influenzale ha preso avvio con circa un mese di anticipo rispetto al consueto, e i dati dell’Istituto Superiore di Sanità confermano che i bambini tra 0 e 4 anni sono i più colpiti, non solo perché vulnerabili, ma anche perché veicolano attivamente la diffusione del virus nella comunità.
“La vaccinazione antinfluenzale è la misura preventiva più efficace per proteggere i bambini e, indirettamente, le loro famiglie e scuole”, afferma Agostiniani, sottolineando l’importanza di vaccinarsi tempestivamente per arrivare protetti al picco previsto tra fine dicembre e inizio gennaio. La professoressa Susanna Esposito, responsabile del Tavolo tecnico Malattie infettive della SIP e docente di Pediatria all’Università di Parma, invita a non ritardare la vaccinazione: “Rimandare espone a un rischio più elevato di ammalarsi proprio nel momento di massima circolazione del virus”.
La raccomandazione è particolarmente forte per i bambini tra i 6 mesi e i 6 anni, oltre che per quelli con condizioni croniche a rischio di complicanze. Oltre alla vaccinazione antinfluenzale, i pediatri insistono sull’importanza di proteggere i neonati e i lattanti dal virus respiratorio sinciziale, un altro patogeno respiratorio critico in questa stagione. Per questo motivo, le famiglie possono rivolgersi ai pediatri di libera scelta o ai centri vaccinali delle Asl per informazioni, prenotazioni e per verificare l’accesso alla somministrazione di nirsevimab, un anticorpo monoclonale indicato per la profilassi di questo virus.

