In Italia, meno del 15% delle startup innovative è guidato da donne e solo un’impresa su cinque è fondata da una figura femminile. Lo confermano i dati del Global Gender Gap Report 2025 del World Economic Forum, che collocano il nostro Paese al 117° posto per partecipazione al mondo del lavoro. Una fotografia preoccupante, confermata anche da Mimit e Banca d’Italia, che evidenziano ostacoli strutturali all’accesso al credito e agli investimenti per le imprenditrici, nonostante performance economiche pari a quelle dei colleghi uomini.
Eppure, esistono realtà che vanno controcorrente: la shortlist Fab50 del Premio GammaDonna 2025 ne è la prova concreta. Cinquanta donne alla guida di imprese capaci di generare valore economico, ambientale e sociale, proponendo modelli di business rigenerativi e ad alta intensità di innovazione.
Fab50: l’eccellenza femminile che ispira il futuro
Giunto alla sua 21ª edizione, il Premio GammaDonna ha selezionato quest’anno 50 imprenditrici provenienti da tutta Italia e da ogni settore produttivo. Le loro aziende affrontano le grandi sfide contemporanee – dalla transizione ecologica alla digitalizzazione, dalla salute all’inclusione sociale – con approcci audaci, scalabili e sostenibili.
Le Fab50 rappresentano un benchmark per policy maker e investitori: donne che innovano non solo nei prodotti e servizi, ma anche nei processi e nella cultura d’impresa. Tra loro c’è chi sviluppa tecnologie non invasive per la diagnosi precoce dei tumori, chi usa l’intelligenza artificiale per valutare la resilienza psicologica, chi integra la blockchain nella moda per garantire tracciabilità etica e chi introduce materiali bio-based nella manifattura avanzata.
Storie di visione e impatto sociale
Molte delle Fab50 operano in ambiti STEM, nel biotech, nel fintech e nella formazione. C’è chi ha fondato una startup biotecnologica dopo un dottorato in neuroscienze, chi lavora per rendere la cybersecurity accessibile alle PMI e chi promuove piattaforme digitali per la crescita professionale delle donne nella blue economy.
Altre guidano aziende agricole che innovano il territorio attraverso prodotti biologici e processi socialmente inclusivi. Alcune stanno ridefinendo il design tessile con modelli partecipativi, mentre altre sviluppano strumenti di career empowerment per abbattere barriere di genere nei settori tradizionalmente maschili.
Torino Capitale Europea dell’Innovazione 2024-2025: la finale a Palazzo Madama
Tra le 50 selezionate saranno scelte le 6 finaliste che saliranno sul palco della finale il 4 novembre a Torino, nello splendido Palazzo Madama, nell’ambito di “Torino Capitale Europea dell’Innovazione 2024-2025”. Un evento simbolo di come la città e l’Italia possano diventare incubatori di innovazione al femminile.
Un nuovo paradigma economico firmato da donne
“In un sistema economico che continua a trascurare il potenziale delle donne, le nostre Fab50 dimostrano come l’imprenditoria femminile possa essere leva di trasformazione per il Paese – afferma Valentina Parenti, presidente di GammaDonna –. Sono donne che innovano non solo cosa si fa, ma come e perché lo si fa. Il loro contributo è essenziale per generare un paradigma più equo, rigenerativo e sostenibile”.
Perché dietro ogni storia di successo c’è una visione che unisce business e impatto sociale, capace di ispirare le nuove generazioni di imprenditrici italiane.