Secondo una ricerca essere sposati fa bene a uomini e donne

L’argomento appassiona da anni gli scienziati. Ora però una maxi-ricerca britannica, condotta su circa un milione di persone, sembra mettere un punto fermo: il matrimonio fa bene alla salute. Di tutti e due

Secondo la ricerca, infatti, essere sposati aumenta la chance di sopravvivere a un problema di salute come ad esempio soffrire di ipercolesterolemia o di pressione alta. Tutti i soggetti coinvolti, infatti, presentavano ipertensione, colesterolo alto o diabete. Ma quelli sposati hanno avuto negli anni molti meno problemi dei single. E sono sopravvissuti di più.

Paul Carter e i colleghi dell’Aston Medical School che hanno condotto lo studio avevano già mostrato che il matrimonio è collegato a maggiori probabilità di sopravvivere a un infarto. Ora i benefici si moltiplicano, almeno secondo gli ultimi studi del team, presentati alla British Cardiovascular Society Conference. Lo studio ha esaminato tutte le cause di morte per la coorte seguita dai ricercatori. Così si è visto che gli uomini e le donne di 50, 60 e 70 anni con ipercolesterolemia avevano il 16% di possibilità in più di essere ancora vivi alla fine dei 14 anni dello studio ‘Alcam’ se erano sposati, piuttosto che single. E lo stesso è vero nel caso di diabete e ipertensione: gli sposati hanno un vantaggio in termini di sopravvivenza.

Il quadro è meno chiaro nel caso dei conviventi, dei separati, dei divorziati e dei vedovi. E i ricercatori non hanno indagato sulla felicità delle unioni di coppia. Il sospetto degli scienziati è che il semplice fatto di avere qualcuno di speciale nella propria vita sia la cosa importante. “Sembra che – osserva Carter – ci sia qualcosa nel fatto di essere sposati che è protettivo, non solo per i pazienti con cardiopatie, ma anche in quelli con fattori di rischio cardiovascolari”.
“Non stiamo dicendo che tutti dovrebbero sposarsi. Ma dobbiamo replicare gli effetti positivi del matrimonio – spiega l’esperto alla Bbc online – e utilizzare amici, famiglia e reti sociali allo stesso medo”.

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